mercoledì 7 marzo 2007

Riduzionismo / 4

Per mettere in evidenza come il riduzionismo non è adeguato per studiare determinati fenomeni, consideriamo l'esempio di un martello: si potrebbe analizzare a livello molecolare il materiale di cui è composto il manico o la testa del martello, ma non aggiungeremmo nulla rispetto alle proprietà del martello in quanto tale. Anzi, queste proprietà sono in qualche modo indipendenti dal fatto che il manico sia di legno o di plastica.
Quando, ad un livello superiore, si trovano delle proprietà che non sono spiegabili tramite un'analisi riduzionista, allora si dice che queste proprietà emergono dai livelli inferiori, o meglio: esse emergono dall'organizzazione che si crea fra le componenti più elementari del sistema.

Una delle tipiche obiezioni dei riduzionisti nei confronti dell'emergentismo è che, quando compare un evento emergente, non si produce nulla di nuovo. Tale pretesa, però, è vera solo a metà. A ben vedere, è vero che non viene prodotto alcun elemento nuovo: un martello è costituito dagli stessi elementi di cui sono fatte le sue componenti isolate, manico e testa. Eppure qualcosa di nuovo, in realtà si è prodotto: l'interazione fra manico e testa. Né l'impugnatura di legno da sola, né la testa del martello possono compiere (in modo efficace) le funzioni tipiche del martello. Quando però li uniamo assieme. "emergono" le proprietà dell'utensile. Ed è proprio questa interazione generata ex novo la proprietà essenziale di ogni sistema "emerso", a partire dal livello molecolare fino ai livelli superiori. L'emergenza si produce grazie ai nuovi rapporti (interazioni) stabiliti fra componenti in precedenza non collegate tra loro. Anzi, una delle ragioni fondamentali cui si deve l'insuccesso del riduzionismo è proprio il fatto di non aver considerato l'importanza di tali connessioni (1).
(1) E. Mayr, L'unicità della biologia, Raffaello Cortina Editore 2005 (2004), p. 79.

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