Conoscenza del mondo / 3
Secondo Merleau-Ponty, quindi, l'immagine della realtà è costruita da una coordinazione senso-motoria fra l'ambiente e l'osservatore dell'ambiente. Ambiente che non va pensato come qualcosa a priori rispetto all'osservatore, poiché lo stesso ambiente si costituisce tramite la relazione con l'organismo che lo osserva.
In questo modo cade completamente l'idea di una realtà predefinita che viene rappresentata tramite la percezione. L'unico modo di concepire una realtà diventa quello di pensarla come prodotta dall'azione cognitiva dell'organismo che a sua volta è regolato dagli eventi ambientali.
Questa interazione reciproca fra ambiente ed organismo, che permette la produzione di un mondo, e che considera la cognizione inseparabile dai processi sensomotori, dalla azione e dalla percezione, viene chiamata da Varela enazione.
Si tratta di punto di vista che non può essere considerato semplicemente una posizione filosofica teorica; infatti esso trova conferme di tipo sperimentale. Ad esempio:In uno studio classico, Held e Hein allevarono dei gattini al buio e li esposero alla luce solo in condizioni controllate. Ad un primo gruppo di animali fu consentito di muoversi qua e là normalmente, ma ciascuno di essi era attaccato a un carrello e a un cestino che conteneva un animale del secondo gruppo. I due gruppi pertanto condividevano la stessa esperienza visiva, ma il secondo gruppo era completamente passivo. Quando gli animali furono liberati dopo qualche settimana di questo trattamento, i gattini del primo gruppo si comportarono normalmente, ma quelli che erano stati portati qua e là dagli altri si comportarono come se fossero stati ciechi: urtavano contro gli oggetti e cadevano dai bordi delle superfici usate per farli camminare. Questo studio brillante avvalora la concezione enattiva secondo la quale gli oggetti non vengono visti tramite l'estrazione di caratteristiche da parte del sistema visivo, ma piuttosto attraverso la guida visiva dell'azione (1).
(1) F.J. Varela, E. Thompson e E. Rosch, La via di mezzo della conoscenza, Feltrinelli 1992 (1991), pp. 207-208.
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