mercoledì 24 gennaio 2007

Descrizioni microscopiche / 5

E' interessante, a questo punto evidenziare un parallelo fra la microfisica (descritta dalla meccanica quantistica) e le scienze cognitive.
In tutti due gli ambiti emerge una forma di complementarietà:

I fenomeni microfisici sono strettamente connessi agli strumenti che li possono "rivelare"; e l'esperienza consapevole è strettamente connessa agli esseri consapevoli. Una separazione in tutti e due i casi è impossibile o comunque artificiosa (1).
La microfisica ci mostra l'impossibilità di descrivere un oggetto microscopico indipendentemente dalla misura che si può avere di esso. Analogamente le scienze cognitive evidenziano la coimplicazione fra osservatore ed ambiente, dalla quale nasce la cognizione, e indipendentemente dalla quale non è possibile descrivere un oggetto (vedi Conoscenza del mondo /1 e seguenti).

Il modo di ragionare tradizionale implica il dualismo soggetto-oggetto, nel senso che si pensa che esistano due entità distinte ed indipendenti come un soggetto ed un oggetto; tale dualismo può essere espresso anche come contrasto fra l'esperienza vissuta in prima persona rispetto ad una descrizione oggettiva in terza persona. Nell'ambito della fisica un analogo dualismo è espresso come contrasto fra una descrizione spaziotemporale probabilistica e una descrizione deterministica astratta (vedi Descrizioni microscopiche / 4).

Una possibilità di leggere questo dualismo non solamente come un contrasto da superare, è quella di riconoscerlo come ambito in cui emerge una descrizione complementare del reale, nel senso che la complementarietà permette di andare oltre una descrizione rappresentativa. Infatti, se non è possibile descrivere un fenomeno tramite una descrizione univoca e completa, non è neanche possibile ridurre il fenomeno ad una rappresentazione; ma se manca una rappresentazione univoca di un fenomeno, non lo si potrà oggettivare.
Michel Bitbol propone, in questo senso, un parallelismo pragmatico:
adottare il parallelismo è equivalente ad accettare che si possano dare due resoconti paralleli, distinti ed autosufficienti ogni qualvolta si è coinvolti in qualche processo partecipativo. Aggiungendo che questo parallelismo è solo "pragmatico" significa che si rinuncia fin dal principio ad una versione metafisica del parallelismo. Qui, i due resoconti paralleli non indicano due insiemi di proprietà o aspetti di una singola sostanza. [...]
La loro unità non è dovuta al loro puntare verso un comune oggetto trascendente, ma piuttosto al loro provenire (da due direzioni diverse) da uno sfondo comune ed immanente, che si potrebbe chiamare "Lebenswelt", facendo riferimento ad Husserl. Il fatto che ambedue i resoconti siano necessari, non rivela una dualità di aspetti di qualche supposto oggetto trascendente; ma piuttosto in questo modo si punta verso il limite dell'oggettività, cioè verso il riconoscimento che il mettersi da parte e sforzarsi di ricercare un'invarianza, non può esaurire tutti gli aspetti della vita all'interno di un flusso immanente (1).
(1) M. Bitbol, Science as if situation mattered, Phenomenology and the Cognitive Sciences, 1, 181-224, 2002. Qui trovi l'articolo completo.

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