sabato 20 gennaio 2007

Descrizioni microscopiche / 3

Due aspetti, quindi, risaltano nella descrizione del mondo microfisico:
- la conoscenza del sistema che si analizza è inestricabilmente connessa con l'apparato sperimentale che si utilizza per studiarlo;
- poiché su un sistema si possono effettuare misure fra loro molto diverse, non esiste un unico punto di vista per studiare un sistema microscopico; ne segue che la conoscenza completa del sistema si ha solo se si mettono insieme punti di vista incompatibili e complementari (si veda come esempio l'ambiguo comportamento ondulatorio-corpuscolare dell'elettrone).

Sottolineiamo - e ciò è veramente essenziale - che quando si parla di punti di vista, non si intendono visioni parziali o interpretazioni differenti di uno stesso oggetto in sé ben definito. Ciò che possiamo dire sul nostro microsistema, infatti, deve passare attraverso un punto di vista, ovvero attraverso una misura ben determinata. Se pensiamo al sistema indipendentemente da un punto di vista, non possiamo dire nulla. Infatti quando per descrivere un sistema microscopico misuriamo alcune grandezze fisiche che lo caratterizzano, ci troviamo all'interno di un punto di vista.

In altre parole bisogna evitare in ogni modo di pensare ad una realtà microscopica in sé, indipendente dall'osservazione che si può avere di essa; infatti nulla giustifica la possibilità di immaginarla:

[...] i fenomeni sono indissolubilmente codefiniti con gli esperimenti che sono utilizzati per renderli manifesti. Il "soggetto" materiale della microfisica sperimentale (cioè l'apparato di misura) non può essere separato dal sistema che esso analizza. In altre parole, il "soggetto" materiale appartiene al sistema che esso stesso analizza (1).
M. Bitbol, Science as if situation mattered, Phenomenology and the Cognitive Sciences, 1, 181-224, 2002. Qui trovi l'articolo completo.

3 commenti:

TheJoKeR ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
TheJoKeR ha detto...

Molto interessante la difficoltà con cui si riescono a spiegare questi fenomeni. I compromessi logici mi portano alla mente le teorie di perfezionamento della teoria geocentrica tolemaica. Forse un giorno questi problemi verranno spiegati con un cambiamento alla bese di tutta la fisica, che riuscirà ad abbracciare e rendere perfettamente "logico", qualsiasi problema che ci si possa porre per i mezzi di ricerca ottenuti fino a quel momento.

Vorrei un parere.

Paolo Pendenza ha detto...

Una questione su cui vale la pena riflettere è cosa significa spiegare un problema. Gli astronomi tolemaici cercavano di descrivere le orbite dei pianeti con costruzioni complesse di orbite circolari; con Keplero l'orbita di un pianeta è ellittica, e cambia l'idea stessa di spiegazione.
Oggi la scienza cerca di spiegare tutto basandosi sull'assunto che "tutto è oggetto".
Ma la fisica microscopica impone di chiederci in che senso si può parlare di oggetto prima che esso venga misurato. O nelle scienze della mente è aperto il dibattito su cosa significhi descrivere il soggetto considerandolo un oggetto.