giovedì 4 gennaio 2007

Etica / 6

Wittgenstein mostra che l'etica non appartiene all'ambito dei fatti e del linguaggio significativo. L'etica, quindi, non può essere trattata scientificamente, nella misura in cui la scienza si occupa di descrivere fatti.
L'etica, intesa come espressione di un valore assoluto, è connessa ad una esperienza; e fra le diverse esperienze che esprimono qualcosa di assoluto, la più significativa è la meraviglia per l'esistenza del mondo.
L'etica, in quanto sorga dal desiderio di dire qualcosa sul significato ultimo della vita, il bene assoluto, l'assoluto valore, non può essere una scienza. Ciò che dice, non aggiunge nulla, in nessun senso, alla nostra conoscenza. Ma è un documento di una tendenza dell'animo umano che io personalmente non posso non rispettare profondamente e che non vorrei davvero mai, a costo della vita, porre in ridicolo (1).
L'etica riguarda, in primo luogo, l'esperienza di meraviglia per il fatto che il mondo esiste (vedi post Definizione), e ciò è del tutto antitetico all'entusiasmo per le ultime scoperte della scienza; un entusiasmo che riguarda uno sviluppo unicamente qualitativo, che Wittgenstein critica duramente (vedi post Scoperte scientifiche).

(1) L. Wittgenstein, Sull'etica, in Lezioni e conversazioni, Adelphi 1995 (1965), p. 18.

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