domenica 4 febbraio 2007

Crisi della scienza / 7

Un passo ulteriore, nel processo di allontanamento della natura dall'uomo, è rappresentato dalla differenziazione fra il mondo degli oggetti, che diventa, come abbiamo già sottolineato, un mondo essente in-sé, e il mondo della psiche.
La realtà del mondo, nell'interpretazione idealizzata ed astratta che ne dà la nuova scienza, diventa del tutto autonoma rispetto al soggetto che conosce.
Nasce, così, il cosiddetto dualismo che viene portato alle estreme conseguenze da Cartesio.

Una conseguenza di tale dualismo, tuttavia, è che si iniziano a porre domande, mai poste prima in modo così radicale, sul rapporto che c'è fra la conoscenza scientifica oggettivata e il soggetto conoscente.
Alla visione oggettiva che suppone a priori l'esistenza della realtà, si oppone una riflessione, che talvolta confina con lo scetticismo, e che pone il soggetto alla base di qualunque conoscenza del mondo.

La caratteristica dell'obiettivismo è quella di muoversi sul terreno del mondo già dato come ovvio nell'esperienza e di perseguirne la "verità obiettiva", ciò che in esso è incondizionatamente valido per ogni essere razionale, ciò che esso in se stesso è.
[...]
Il trascendentalismo afferma invece: il senso d'essere del mondo-della-vita già dato è una formazione soggettiva, è un'operazione della vita esperiente, pre-scientifica. In essa si costruisce il senso e la validità d'essere del mondo, di quel mondo che vale realmente per colui che realmente esperisce. Per quanto riguarda il mondo "obiettivamente vero", quello della scienza, esso è una formazione di grado più alto fondata sull'esperienza e sul pensiero pre-scientifico, cioè sulle sue operazioni di validità. Soltanto un'operazione radicale che risalga alla soggettività, e cioè alla soggettività che in definitiva produce, nei modi scientifici come in quelli pre-scientifici, tutte le validità del mondo e i loro contenuti, e al che cosa e al come delle attuazioni razionali, può rendere comprensibile la verità obiettiva
e raggiungere il senso d'essere ultimo del mondo (1).
(1) E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, EST 1997 (1958), pp. 97-98.

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