lunedì 26 febbraio 2007

Seguire le regole / 5

Potrebbe sembrare, allora, che ogni regola possa essere interpretata in modo arbitrario, e che quindi, in definitiva, non abbia neanche senso parlare di regole.
Ma, in realtà, quando seguiamo una regola, lo facciamo in base alle abitudini che abbiamo già acquisito, in base all'addestramento che in passato abbiamo ricevuto:

Quando seguo la regola non scelgo.
Seguo la regola ciecamente (1).
Si potrebbe dire, dunque, che non c'è spazio per l'arbitrio individuale, ma nello stesso tempo non si può pensare che esista una interpretazione vera, genuina della regola già da sempre dotata del suo senso. Piuttosto è come se alle regole mancasse un fondamento logico, razionale, e il loro senso derivasse dall'esterno:
"Ma come può una regola insegnarmi che cosa devo fare a questo punto? Qualunque cosa io faccia, può sempre essere resa compatibile con la regola mediante una qualche interpretazione". - No, non si dovrebbe dire così. Si dovrebbe invece dire: Ogni interpretazione è sospesa nell'aria insieme con l'interpretato; quella non può servire da sostegno a questo. Le interpretazioni, da sole, non determinano il significato (2).
(1) L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi 1983 (1953), § 219, p. 114.
(2) L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi 1983 (1953), § 198, p. 107.

5 commenti:

musa capricciosa ha detto...

E quindi interpretazione ed interpretante hanno lo stesso peso, di fronte alla regola?

Paolo Pendenza ha detto...

Non esiste un'unica interpretazione vera e autentica di una regola, ma l'interpretazione non è neanche un fatto privato relativo al soggetto interpretante. Questo perché seguire una regola non è una questione puramente semantica, nel senso che un'interpretazione andrebbe comunque a sua volta interpretata. Piuttosto, seguire una regola è connesso con il seguire l'abitudine e con l'essere addestrati, e sia l'uno che l'altro non sono fatti privati convenzionali.

musa capricciosa ha detto...

Ma allora qualcuno, prima di noi, ha pensato alla regola. Si è posizionato in posizione pensante ed ha prodotto la regola ed i metodi secondo i quali la regola possa essere accettata e seguita?

Paolo Pendenza ha detto...

Seguire una regola "non è una scelta". Nel senso che per decidere l'azione corrispondente alla regola bisognerebbe uscire dal gioco delle regole. Ma come si può uscire dal gioco? E, se non si può, allora, da dove nascono le regole?
Credo che W. abbia voluto accompagnarci fino a questo punto sospeso.

musa capricciosa ha detto...

E' terribile questa sensazione. Stare tra color che son sospesi è molto annichilente.